Il progetto realizzato dall’Ingegnere e Architetto Riccardo Liberotti, dal titolo “The Green Tape Project - Natural FRCM as Sustainable Alternative for the Architectural Restoration”, è il 4° classificato nella categoria "Idee per nuove applicazioni" del concorso nazionale bandito dall’associazione Italiana Compositi & Affini, aperto a ricercatori emergenti e dedicato allo sviluppo e all’approfondimento di tematiche connesse al settore dei materiali compositi fibrorinforzati.
L’autore, in qualità di Dottorando, ha condotto le proprie ricerche contestualmente al Corso di Dottorato Internazionale e Industriale del DICA, co-finanziato nell’ambito del progetto del Dipartimento di Eccellenza 2018-2022 (accreditamento ANVUR 2019, cicli attivi XXXV, XXXVI, XXXVII).
Il lavoro si inquadra in un progetto di ricerca applicata, teso al restauro del patrimonio architettonico, che è stato supportato tramite una convenzione dalla Kimia S.p.a., azienda del territorio umbro con decennale esperienza nel settore dei materiali ad alta tecnologia per il restauro e il recupero edilizio.
In particolare, attraverso riflessioni critiche di metodo e analisi legate alla scelta delle tecniche e dei materiali di rinforzo più idonei in contesti ad alto valore culturale, è stato sviluppato e testato su scala reale un criterio di applicazione innovativo per la tipologia di compositi naturali FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix).
Con specifico riferimento alla sicurezza delle murature storiche e mediante una campagna sperimentale pioneristica, è stato possibile estrapolare aspetti metodologici e applicativi in grado di accentuare le relazioni tra ricerca scientifica e progettualità, in una mediazione senza soluzione di continuità fra architettura, restauro e ingegneria strutturale.
In alternativa all’applicazione “canonica” di tali materiali compositi - estesa solitamente a tutta la superficie dei paramenti murari – sono stati quindi definiti i criteri e le procedure di una nuova modalità di intervento a fasce, i “Green Tape”, che reinterpreta l’esistente know-how di settore attraverso la definizione di inediti schemi di installazione. L’originalità di tale approccio consiste proprio nel limitare gli interventi alle sole zone più vulnerabili delle murature, garantendo così un miglioramento della sicurezza a fronte dell’impiego di una quantità di compositi ridotta rispetto agli interventi standard (65% in meno).
L’applicazione degli FRCM naturali viene così connotata da un carattere di sostenibilità inedito, sia sotto il profilo ambientale che architettonico, imprescindibile per promuoverne ancora di più l’impiego nella tutela contesti storici e, in generale, laddove sia necessario garantire la sicurezza senza arrecare nocumento ad elementi architettonici di pregio quali per esempio decori, affreschi e pavimentazioni.
La ricerca premiata consiste dunque nel dare corpo ad un legame assai stretto con l’orientamento culturale, condiviso a livello Dipartimentale, teso ad elaborare strategie progettuali in grado di minimizzare l’impatto degli interventi architettonici, di restauro e di consolidamento strutturale in favore della qualità architettonica e dell’ecosostenibilità.